La particolare pietra è una delle poche ritrovate che assolvevano alla funzione di unità di misura all’epoca del Primo Tempio, ed è l’unica con l’iscrizione intatta in ebraico antico. Il reperto è stato portato alla luce grazie al lavoro dei volontari dell’Emek Tzurim Sifting Project, progetto nato per recuperare reperti archeologici dagli oltre 400 camion carichi di terriccio rimosso durante la costruzione della nuova moschea sotterranea el-Marwani, costruita tra il 1996 e il 1999 nell’area nota come Scuderie di Salomone.
Le scoperte archeologiche provenienti dai materiali di scarto degli scavi, stanno portando alla luce moltissimi reperti che convalidano sia fonti bibliche che extra-bibliche.
Il progetto, iniziato nel 2004 come iniziativa privata degli archeologi israeliani Gabriel Barkay e Zachi Dvira, ha consentito di recuperare centinaia di manufatti, tra cui monete, gioielli e frammenti del pavimento del Secondo Tempio. Dal 2017, il progetto è stato finanziato dalla Israel Archeology Foundation.
Il reperto è databile tra il X e VI secolo a.C. all’epoca del primo Tempio di Salomone che sorgeva a Gerusalemme. Il siclo biblico pesava tra i 10 e i 13 grammi. Il mezzo siclo, quindi il beka, pesava la metà del siclo o poco più di circa 5,5 grammi ed era il “riscatto annuale” che ogni uomo israelita di età maggiore a 20 anni era tenuto a versare per il servizio del Tempio:
«Un beca a testa, vale a dire un mezzo siclo, secondo il siclo del santuario, per ogni uomo compreso nel censimento, dall’età di venti anni in su…» – Esodo 38:26