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IMMIGRAZIONE: QUANDO L’UMANITÀ SI SCONTRA CON LA LEGGE

Nelle ultime settimane due storie molto simili tra loro sono rimbalzate su tutti i notiziari. Si tratta delle vicende vissute da due giovani migranti, entrambe in gravidanza, che hanno cercato di attraversare i confini italiani per raggiungere la Francia.

«Se non l’avessi fatto, oggi non potrei guardarmi allo specchio»

sono le parole della guida alpina che, il 10 marzo scorso, ha soccorso una donna incinta che insieme al marito e ai figli, aveva camminato per ore nella neve per evitare il controllo alla frontiera francese. Stremata dalla fatica e visibilmente in travaglio, la giovane è stata subito caricata in auto alla volta dell’ospedale più vicino ma, a pochi metri dall’arrivo, l’uomo è stato fermato ad un posto di blocco e arrestato con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. La donna e il suo bambino, nato poche ore dopo, stanno bene; invece, l’uomo che l’ha soccorsa rischia fino a 5 anni di carcere per quello che è stato definito un “reato di solidarietà”.

Epilogo, purtroppo, diverso ha la storia di Beauty, una giovane nigeriana, anche lei incinta. Il 9 febbraio scorso, a Bardonecchia, gli agenti di frontiera l’hanno respinta mentre con il marito cercava di raggiungere la Francia, nonostante il pancione e la fatica a respirare per colpa di un grave tumore. Soccorsa dai medici di Rain-bow4Africa, la giovane è stata trasferita in gravi condizioni al Sant’Anna di Torino, dove, qualche settimana dopo, è spirata in seguito al parto, nonostante tutti gli sforzi per salvarli entrambi. Il piccolo Israel, nato di soli 700 grammi, è stato definito dai medici un vero miracolo e ora sta lottando per sopravvivere, assistito giorno e notte dal padre.

«Le autorità francesi sembrano avere dimenticato l’umanità»

dice Paolo Narcisi, presidente di Rain-bow4Africa, che si unisce alla voce di molte altre associazioni di tutta Italia, lanciando la campagna Facebook #SoccorrereNonEunReato. La mancanza di sensibilità e di umanità sono, oggi più che mai, oggetto di riflessione di media e opinione pubblica.

 

Nell’Europa del 2018, può l’applicazione di una legge contrastare ancora i principi di solidarietà che contraddistinguono l’essere umano?

Quali cristiani sappiamo che il messaggio di Gesù è la manifestazione dell’amore universale di Dio; un amore valido anche per quanti fuggono dalla guerra, dalla fame, dalla persecuzione, in cerca di una nuova speranza. Sempre più di frequente politiche protezionistiche vertono sulla paura dello straniero, uno straniero da combattere e rifiutare. Ma non è questo a cui Dio ci ha chiamati, piuttosto dobbiamo soccorrere chi è nel bisogno, qualunque sia il colore della pelle o la religione di appartenenza.

«Ebbi fame e mi deste da mangiare; ebbi sete e mi deste da bere; fui straniero e mi accoglieste»
– Matteo 25:35 –

Con queste parole Gesù sottolinea che ognuno di questi “minimi” rappresentano Lui stesso.
Vogliamo fare nostro l’invito di Gesù e abbattere ogni barriera che ci impedisce di aiutare il nostro prossimo, che siamo invece chiamati ad amare come noi stessi.