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FEDE E SCIENZA: L’attendibilità del Nuovo Testamento

La Bibbia è il Libro più letto di tutti i tempi, nonostante gli attacchi subiti nel corso dei secoli e i ripetuti tentativi di sminuire la validità del testo biblico. Ma esistono motivazioni valide con le quali possiamo dimostrare la sua attendibilità storica?

Evidenze storiche interne al Nuovo Testamento.

Nel Nuovo Testamento si possono riscontrare alcune di quelle che definiamo evidenze storiche interne.

  1. Nel libro degli Atti, l’evangelista Luca afferma che Paolo è comparso di fronte a un certo Gallione, proconsole dell’Acaia, una regione piccola che non avrebbe avuto le caratteristiche adatte per avere un proconsole. Ma la conferma storica arriva da un’iscrizione trovata presso il Tempio di Delfi in Acaia, nella quale l’imperatore Claudio si rivolge al proconsole Gallione, fornendo anche informazioni che permettono di collocare il suo governo tra il 51 e il 52 d.C. Questa scoperta non solo rivendica l’attendibilità storica di Luca, ma permette anche di datare i viaggi di Paolo e quindi le sue Lettere.
  2. Sempre in Atti, Luca riporta un episodio particolare in cui Paolo compare in tribunale di fronte al re Agrippa e a sua sorella Berenice. Nell’episodio citato, Berenice viene presentata in una luce piuttosto neutrale, anzi, quasi positiva. Ma perché alcuni si stupiscono di ciò? La storia ci racconta che Berenice sarebbe diventata, entro un decennio, l’amante di Tito Flavio, quello stesso Tito che nel 70 d.C. fu responsabile della distruzione del Tempio e della città di Gerusalemme. Tuttavia la spiegazione è semplice: gli scritti di Luca sono databili in epoche precedenti a Tito e agli accadimenti di Gerusalemme. Ciò spiega anche la naturalezza con cui le Lettere di Paolo e gli altri testi del Nuovo Testamento parlano di Gerusalemme come di una città esistente.

Evidenze storiche esterne al Nuovo Testamento.

A sostenere la validità storica del Nuovo Testamento, esistono anche evidenze storiche esterne.

  1. La lettera 96 di Plinio il Giovane indirizzata all’imperatore Traiano fornisce un quadro straziante della persecuzione dei cristiani appena 50 anni dopo la morte di Paolo. Nella lettera vengono descritte le violenze e le torture inflitte a chi confessava di essere discepolo di Gesù Cristo, arrivando fino alla pena di morte.
  2. Similmente, anche il senatore romano Tacito fornisce una prospettiva extra-biblica sulla persecuzione di Nerone, l’imperatore responsabile anche della morte dell’apostolo Paolo. Secondo il senatore, Nerone si inventò dei colpevoli indicandoli nei cristiani, che sottopose a pene esemplari.
  3. Infine, un’immagine tangibile del disprezzo nei confronti di questi primi seguaci di Gesù viene fornita dal cosiddetto Graffito Blasfemo, oggi conservato nel Museo Palatino a Roma. In questo graffito un comune abitante dell’antica Roma si beffa di un certo Alexamenos rappresentandolo in atteggiamento di venerazione di fronte ad un uomo in croce, nudo e con la testa di un asino, accompagnando il graffito con la scritta «Alexamenos adora il suo dio».

Il Nuovo Testamento come Fonte Storica

L’iscrizione di Delfi è solo uno dei numerosi reperti che dimostrano l’attendibilità storica del libro degli Atti, scritto da Luca come sèguito del suo primo libro. Similmente, diverse evidenze interne, come il fatto di parlare con naturalezza della città di Gerusalemme, come ci si aspetterebbe per testi scritti prima del 70 d.C., ricordano che i testi del Nuovo Testamento sono essi stessi dei reperti storici, che meritano di essere valutati con dovuta disciplina.
Allo stesso modo, brani come quelli scritti da Plinio e Tacito, nonché reperti come il Graffito Blasfemo, ricordano che i primi cristiani hanno sofferto disprezzo e martirio nei decenni successivi alla crocifissione e risurrezione di Gesù, perché affermavano che egli era Dio. A tal proposito, l’apostolo Pietro scrive:

«Infatti vi abbiamo fatto conoscere la potenza e la venuta del nostro Signore Gesù Cristo, non perché siamo andati dietro a favole abilmente inventate, ma perché siamo stati testimoni oculari della sua maestà»
– 2 Pietro 1:16 –

Luca stesso sottolineava che il suo scritto era stato oggetto di indagine approfondita:

«È parso bene anche a me, dopo essermi accuratamente informato di ogni cosa dall’origine, di scrivertene per ordine, illustre Teofilo»
– Luca 1:3 –

Esistono dunque tanti buoni motivi per leggere i documenti del Nuovo Testamento come fonti storiche, ma soprattutto per credere con fede che Gesù Cristo è il figlio di Dio venuto per salvare il peccatore!