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Archeologia biblica – Reperti storici rilevanti

La Bibbia rappresenta per il credente la Parola di Dio, l’autorevole guida di fede e condotta. In questa “Rivelazione Speciale” di Dio all’uomo, troviamo anche tante narrazioni di fatti che, a volte, sono stati ritenuti poco attendibili dagli storici di professione.

Il cristiano non basa di certo la propria fiducia in Dio sulla “compatibilità o meno” di un certo racconto biblico con quanto rinvenuto dagli archeologi, ma è interessante notare come negli ultimi anni vari musei internazionali stiano ritrovando molti richiami specifici a quanto descritto dalle Sacre Scritture, specie in episodi ritenuti, nel passato, non veritieri.

Questi sono anni emozionanti per l’archeologia biblica, in quanto agli importanti reperti che già da un secoli riposano al sicuro nelle principali capitali europee, si aggiungono le sempre più incredibili scoperte che ogni anno emergono dagli scavi effettuati in Israele, e tutto ciò non fa che consolidare quanto trasmessoci dalle narrazioni bibliche anche in ambito storico!

Giusto per citarne alcuni, tra i numerosi reperti conservati al British Museum di Londra spiccano l’obelisco nero che rapresenta Ieu re d’Israele piegato ai piedi di Salmanesser, re degli Assiri (2 Re 9), gli splendidi bassorilievi dal palazzo di Sennacherib a Ninive, che rievocano lo spietato assalto a Lachish, città fortificata di Ezechia, re di Giuda (2 Re 19:8) e il Prisma di Taylor che ci fornisce una descrizione dettagliata del tributo che Ezechia inviò a Sennacherib nella speranza di frenare l’invasione assira, compresi i 30 talenti d’oro indicati in 2 Re 18:14.

Se il Louvre di Parigi non vanta una collezione ugualmente vasta, non sono comunque da meno la Pietra di Moab – che presenta la guerra tra Ioram re d’Israele e Mesa re di Moab (2 Re 3) dal punto di vista di quest’ultimo – e le splendide opere in avorio accompagnate da una lapide con il nome di Azael re di Siria (2 Re 8).

Altrettanto interessanti sono la Porta di Ishtar edificata da Nabu.Kudurri.Ussur, meglio noto come Nabucodonosor, oggi consevata al museo di Pergamo a Berlino ed un testo cuneiforme che elenca le razioni alimentari per vari operai e prigionieri dei babilonesi, tra cui un certo Ioiachin re di Giuda (2 Re 24:12).

Ahinoi, più povera è la lista di reperti presenti in Italia, dove si distinguono comunque l’obelisco del faraone Samtik, figlio del faraone Neco (2 Re 23:29), oggi collocato in piazza di Montecitorio a Roma e l’obelisco del faraone Cofra (Geremia 44:30), anche noto con il nome greco Apries, oggi sito in piazza della Minerva, sempre nella capitale. A meritare un cenno è ovviamente anche la raffigurazione della ”Menorà“, il candelabro sacro trafugato, dall’imperatore Tito, dal tempio di Gerusalemme nel 70 d.C. dopo la conquista di quest’ultima.

E questi sono solo alcuni dei più importanti reperti disponibili in Europa, i frutti delle scoperte più recenti e più emozionanti sono conservati tutt’oggi in Israele!

Ricordiamo la Stele di Tel Dan, scoperta nel 1993, che per la prima volta nomina la sconfitta di un re d’Israele e di un re della “casa di Davide” da parte di un re della Siria (2 Re 9:15). I sigilli di Ghedalia, figlio di Pascur, e Iucal, figlio di Selemia (Geremia 38:1) scoperti dal team di Eilat Mazar, mentre portava avanti gli imponenti scavi ai piedi del monte del tempio a Gerusalemme. E, non meno importante, la scoperta di un sigillo reale del re Ezechia in persona recante il testo, “di Ezechia, figlio di Acaz, re di Giuda”, divulgata solo nel 2015!

La lista potrebbe continuare con fortezze, palazzi ed altre strutture rinvenute solo da poco tempo, ma già descritte abbondantemente nelle Scritture!

Tutte queste consistenze archeologiche moderne non fanno altro che avvalorare, qualora ve ne fosse ancora bisogno, quanto il Salmista, per guida dello Spirito Santo, dichiarava alcuni secoli orsono:

“Per sempre, SIGNORE, la tua parola è stabile nei cieli.” (Salmo 119:89)