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A proposito di… Scuola Elementare

A Torino ci sono due classi prime elementari dell’istituto comprensivo “Ilaria Alpi” in cui non c’è neppure un bambino italiano. Fanno parte del plesso “Salvo D’Acquisto”, dichiarato inagibile e per questo ubicate nella scuola media Croce, in una zona tra le più multietniche di Torino. “In tutte le classi – spiega la preside Aurelia Provenza – la percentuale di stranieri è il 60% degli iscritti. I più numerosi sono rumeni, cinesi, marocchini e moldavi.” Sulle classi senza italiani la preside spiega che “i bambini sono stranieri di seconda generazione, hanno frequentato la scuola materna e hanno già una prima alfabetizzazione. Le maestre sono docenti di ruolo da tanti anni, sono molto competenti”. E promette: “Faremo di questi bambini dei cittadini italiani a tutti gli effetti”.

Il dibattito sulla questione della cittadinanza italiana da riconoscere agli stranieri rimane un tema molto delicato e spesso dibattuto in maniera accesa. Indubbiamente il messaggio biblico che tratta il tema dell’accoglienza e del rispetto è chiaro ed evidente: “Non maltratterai lo straniero e non l’opprimerai, perché anche voi foste stranieri nel paese d’Egitto” ed anche “Non opprimere lo straniero; voi conoscete lo stato d’animo dello straniero, poiché siete stati stranieri nel paese d’Egitto”. E’ anche vero che il fenomeno dell’immigrazione non può essere gestito in assenza di regole e di rispetto dei diritti di tutti. Ma ciò che a noi interessa osservare è un altro aspetto del tema della cittadinanza, non in senso civile ma spirituale.

Esiste un’altra cittadinanza che noi auspichiamo per tutti, ed è quella “celeste”. Nella sua lettera ai credenti di Efeso, l’apostolo Paolo ricorda come la condizione di “straniero” riguarda tutti gli uomini che non hanno sperimentato la salvezza offerta da Cristo: “Perciò, ricordatevi che un tempo voi, stranieri di nascita, chiamati incirconcisi da quelli che si dicono circoncisi, perché tali sono nella carne per mano d’uomo, voi, dico, ricordatevi che in quel tempo eravate senza Cristo, esclusi dalla cittadinanza d’Israele ed estranei ai patti della promessa, senza speranza e senza Dio nel mondo. Ma ora, in Cristo Gesú, voi che allora eravate lontani siete stati avvicinati mediante il sangue di Cristo. Lui, infatti, è la nostra pace; lui che dei due popoli ne ha fatto uno solo e ha abbattuto il muro di separazione abolendo nel suo corpo terreno la causa dell’inimicizia…”. Efes. 2:11-14

Crediamo che la prima preoccupazione di ogni persona deve essere quella di ottenere una “cittadinanza celeste” che ci faccia appartenere a tutti gli effetti alla “città di Dio”. Questa cittadinanza è offerta a tutti indistintamente perché “Dio non ha riguardi personali”. Ed è offerta gratuitamente mediante la fede in Gesù Cristo, Colui che abbatte il “muro di separazione” tra noi e Dio e tra gli uomini. Che siano dichiarati cittadini italiani e perfettamente integrati quanti provengono da altri paesi non può che essere positivo. Ma al disopra di tutto, crediamo opportuno ricordare che ciò che conta è poter dire: “Quanto a noi, la nostra cittadinanza è nei cieli, da dove aspettiamo anche il Salvatore, Gesú Cristo, il Signore” Filippesi 3:20