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Suicidi: una drammatica attualità

Il 31 gennaio 2017 un giovane trentenne di Udine si è tolto la vita lasciando una lettera in cui affermava “…Sono stufo di fare sforzi senza ottenere risultati. Troppi no. Di no come risposta non si vive, di no si muore… la mia generazione è perduta…”.  Nei giorni successivi, purtroppo, altri suicidi sono seguiti, come come un triste strascico del primo: un ragazzo di 22 anni a Padova, un ragazzo di 23 anni della provincia di Rovigo, un quindicenne di Lavagna (GE) e una ragazza di 17 anni a Milano. Questi tragici fatti di cronaca negli ultimi mesi sono davanti ai nostri occhi con una frequenza davvero preoccupante, e coinvolgono uomini e donne di ogni estrazione sociale, in particolare giovani e adolescenti.

Secondo alcune fonti statistiche questo è un fenomeno in lieve crescita rispetto il passato.  In un approfondimento ISTAT sul triennio 2011-2013 si legge che in Italia, in media, più di 4000 persone ogni anno si tolgono la vita fra i quali più di 500 sono giovani sotto i 20 anni.  Secondo l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ci sarebbero più di 800.000 suicidi l’anno nel mondo: uno ogni 40 secondi.

Proprio l’OMS, qualche anno fa, ha pubblicato un rapporto sulla prevenzione dei suicidi descrivendo la complessità di questo fenomeno di cui la scienza oggi studia fattori di rischio, cause e possibili soluzioni.  In gioco ci sono fattori sociali, psicologici, culturali e persino genetici che possono influenzare un individuo verso comportamenti suicidi. Approfondendo in particolare le cause individuate dagli esperti, un cristiano non può fare a meno di notare, ancora una volta, quanto sia attuale il messaggio di Gesù che ha una risposta efficace ancora oggi per il disagio dell’uomo. E proprio in questi giorni ai casi di suicidio si aggiunge anche quello del famoso DJ Fabo, ovvero il 39enne Fabio Antoniani, che è ricorso alle cure di strutture svizzere per ricorrere al suicidio assistito.

  • A tutte quelle persone che intendono togliersi la vita perché costretti ad affrontare problemi e avvenimenti difficili e senza soluzione, Gesù rivolge l’invito a credere in Lui, perché ogni cosa è possibile a Dio (Matteo 19:26) nel quale si può trovare speranza in grado di superare qualsiasi difficoltà;
  • A chi nella morte cerca solo di porre fine a un dolore fisico o mentale, Gesù si presenta a braccia aperte, perché desidera prendersi cura di chi soffre. Egli infatti comprende bene ogni tipo di dolore e promette di stare sempre accanto all’uomo per dargli nuove forze;
  • A chi vuole farla finita perché si sente giudicato, maltrattato, emarginato e ignorato, Gesù ricorda che non è venuto nel mondo per giudicare, ma per salvare. Tutti gli uomini sono importanti per Lui, talmente importanti che è morto per ognuno loro. Amici, parenti ed ogni altro affetto possono abbandonare, ma Lui non abbandona mai (Salmo 27:10);
  • A chi non riesce a trovare un senso alla propria esistenza e non si sente adeguato a questo mondo, Gesù offre una nuova vita, una vita esuberante, con uno scopo e una speranza straordinaria per il futuro.

L’OMS suggerisce soluzioni e politiche varie per la prevenzione di questo, che ormai è considerato un terribile male, al pari di altre patologie. In generale propone un supporto sociale adeguato, un sostegno continuo verso quelle persone che cominciano a presentare i primi malesseri esistenziali ed un clima sociale in cui la ricerca di aiuto per problemi mentali non sia più un tabù.

Ma la Chiesa di Cristo può e deve avere un ruolo ancora più importante in questo. E’ importante che ogni vero cristiano si lasci guidare dallo Spirito Santo, si impegni a guardarsi intorno per realizzare il terribile disagio degli uomini intorno a sé e apra le braccia per accogliere queste anime perdute che danno segnali di un malessere dell’anima. Un amico che tende a isolarsi dalla compagnia, un vicino di casa depresso, un compagno di scuola vittima di bullismo, un collega che sta affrontando un male incurabile.  La migliore prevenzione, il miglior supporto ed un sostegno vero, possono offrirlo solo i membri della Chiesa di Cristo, cioè i testimoni di quella vita straordinaria che può illuminare l’oscurità annidata nel cuore dell’uomo; quella vita che è identificata in un nome: Gesù, che è la Parola di Dio fatta carne.

Infatti: “Nel principio era la Parola (Gesù), la Parola era con Dio e la Parola era Dio… In lei era la vita, e la vita era la luce degli uomini“. (Giovanni 1:1,4)