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Iran – Confiscati beni alle chiese

“Or sappi questo: negli ultimi giorni verranno tempi difficili”. Non è il claim di una filosofia catastrofista, bensì l’indicazione data dallo Spirito Santo, attraverso l’apostolo Paolo, a Timoteo, e contenuta al capitolo terzo della seconda lettera a lui indirizzata. Questo avviso si attua sempre più, in ogni area del mondo; e questi, sono “tempi difficili”, anche per le Assemblee di Dio in Iran!

Nelle ultime settimane il governo iraniano ha inspiegabilmente confiscato beni e terreni appartenenti alle chiese cristiane evangeliche delle “Iran Assemblies of God”. Per questo motivo i cristiani evangelici iraniani, che vivono o sono rifugiati in altri paesi, hanno chiesto alle organizzazioni consorelle degli Stati Uniti d’America, di formalizzare una dichiarazione di protesta direttamente al governo della nazione asiatica.

I funzionari iraniani non sono nuovi a questo genere di soprusi a danno dei cristiani. Nel 2014 infatti, avevano già chiuso la Central Church di Teheran, principale chiesa evangelica pentecostale della nazione, proibendo inoltre ai fedeli locali di riunirsi e utilizzare i terreni di proprietà della associazione. Ed è così che, poche settimane addietro, IAG hanno ricevuto una comunicazione giudiziari di confisca delle proprietà, senza l’indicazione di alcun motivo legale.

Non mancano le espressioni di preoccupazione espresse sui media internazionali. George Wood, sovrintendente delle Assemblies of God negli States, ha commentato l’accaduto affermando che “i 68 milioni di fedeli sparsi per tutto il mondo desiderano esprimere profondo sgomento per la recente confisca dei terreni di proprietà delle IAG. Pertanto chiediamo la loro restituzione ai legittimi proprietari.”

In Iran, negli ultimi anni, moltissime chiese che hanno svolto i culti in “lingua farsi” sono state chiuse e i loro conduttori sono stati arrestati. I convertiti dall’islam subiscono vari tipi di persecuzioni e tutti gli altri cristiani sono discriminati, specialmente nei villaggi, nelle aree rurali e nei centri conservatori del nord.

Come membri della Chiesa di Cristo, vogliamo unirci in preghiera ai nostri fratelli dell’Iran che vivono in un paese che contrasta la loro fede in Gesù. Insieme vogliamo chiedere al Signore che possa sostenerli, fortificarli e aiutarli a spandere l’Evangelo anche in tempi difficili come questi.

Vivendo così le stesse espressioni di preghiera di Pietro, Giovanni e di altri discepoli, vogliamo chiedere al Signore, in favore dei credenti in Iran “…concedi ai tuoi servi di annunciare la tua Parola in tutta franchezza”(Atti 4:29).