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Svizzera, convegno degli agricoltori cristiani

Sembra quasi una scena da villaggio Amish, ma non è così, anzi, è il risultato di una consapevolezza: il Signore è Colui che agisce in ogni ambito della vita, per cui è buono ed opportuno dargli il primato in ogni ambito, anche in quello lavorativo. Pertanto, gli agricoltori, i fattori e i contadini svizzeri si sono riuniti  per pregare il Signore, scambiarsi esperienze di lavoro e godere di comunione fraterna. Più di ottocento partecipanti, provenienti da tutta la Svizzera, hanno affollato un’accogliente struttura in legno nella città elvetica di Winterthur.

Nelle giornate della conferenza, giunta alla sua settima edizione, è stato da più parti affermato come Dio operi, anche in aiuto di coloro che lavorano nell’ambito dell’agricoltura. Più volte è stato ribadito dai relatori, come la comunità degli agricoltori svizzeri debba essere “portatrice di speranza” per quanti lavorano in questo settore che rappresenta sicuramente una fetta importante dell’economia del paese.

Le sessioni di lavoro hanno trattato temi di grande attualità e concretezza come ad esempio: “I rifugiati impiegati in agricoltura”, “Lavorare con le autorità locali”, “Condurre una fattoria in quanto coppia di sposi” e “La preghiera del contadino, fonte di forza”.

Oltre ai workshop, le giornate di convegno hanno visto intensi momenti di preghiera comune; giovani e anziani che svolgono questa attività (che ricordiamo è la più antica del creato) hanno pregato insieme nelle serate dell’incontro. Anche i rappresentanti delle delle istituzioni e delle associazioni laiche degli agricoltori, hanno preso parte al convegno, testimoniando e confermando con la loro presenza la volontà di collaborare insieme ai cristiani evangelici per lo sviluppo del settore agricolo, sicuramente fondamentale per l’economia di ogni paese.

Essere cristiani in un contesto lavorativo non è sempre semplice, perché si viene in contatto e si è esposti a situazioni nelle quali la fede in Cristo Gesù viene sollecitata e spesse volte viene messa duramente alla prova. Purtroppo anche per questo motivo molti cristiani tendono a scindere la propria vita lavorativa, dalla propria vita spirituale, tenendo comportamenti che negli affari sono indistinguibili dalle persone che non hanno conosciuto il Signore. E questa è una tendenza che deve essere ribaltata!

Nella Parola di Dio vi sono molteplici esortazioni coerenza tra la propria fede in Cristo Gesù, ed una sana, corretta e limpida vita lavorativa, dai rapporti con le persone sottoposte, ai rapporti con i datori di lavoro, passando dai rapporti con le Autorità, al pagamento delle imposte e al fuggire l’amore per il denaro.

L’apostolo Paolo, nella lettera ai Filippesi al capitolo 2 verso 25, ribadisce con fermezza la finalità di un tale comportamento, che deve contraddistinguere un cristiano in ogni ambito della propria vita, dicendo: “perché siate irreprensibili e integri, figli di Dio senza biasimo in mezzo a una generazione storta e perversa, nella quale risplendete come astri nel mondo” (Filippesi 2:15).